Anche il ciuccio, come tanti altri oggetti per i più piccoli, sviluppa con loro un rapporto di amore e odio. Già, perché dopo averlo incontrato, conosciuto, ed aver apprezzato la sua rassicurante presenza nel corso del tempo, prima o poi (meglio se entro i 3 anni) arriva l’inevitabile momento della separazione.
Se infatti nei primi tempi è estremamente utile (per consolare il bimbo e secondo alcuni studi anche per ridurre il rischio di morte in culla), col passare del tempo la sua funzione cambia (ecco perché si consiglia di cambiare il tipo di ciuccio in base all’età del bambino), finché questo rapporto non deve proprio essere eliminato del tutto, perché l’uso prolungato anche oltre i 3-4 anni può pregiudicare la corretta formazione dell’arcata dentaria, creando dei problemi di malocclusione dentale nella parte posteriore della bocca.
Come sappiamo ogni bambino è un caso a sé, quindi le conseguenze dell’interruzione dell’uso del ciuccio possono variare: alcuni bimbi riusciranno a superare meglio la transizione e si abitueranno prima, altri faranno un po’ più fatica, altri ancora perderanno le staffe, in preda ad una specie di crisi di astinenza da ciuccio.
Per aiutare i genitori alle prese con questa missione, abbiamo raccolto qui alcuni dei migliori metodi che sono stati adottati, con successo, da moltissimi genitori.
Mai arrendersi
Prima di vedere i diversi sistemi per riuscire a togliere il ciuccio, è importante però ricordare che – nonostante – quanto si possa trovare in Rete sui tanti forum di mamme dedicati alla prima infanzia, nessuno di questi metodi può essere considerato infallibile, perché ogni bambino rappresenta un caso a sé e le esperienze di altri genitori possiedono così tante variabili che non sono mai del tutto paragonabili alla propria situazione.
Tenete a mente questo aspetto prima di abbattervi o peggio sentirvi inadeguati in caso non riusciate a togliere il ciuccio ai vostri bambini al primo o al secondo tentativo. Non arrendetevi, prima o poi ce la farete! Se una strategia sembra non funzionare, insistete, oppure provate a cambiare strategia, per fortuna esistono almeno 10 tecniche diverse da provare! 😉
Modi per togliere il ciuccio
Gradualmente
Parliamo della cara vecchia regola secondo cui è meglio che ogni cambiamento sia graduale. Insomma, non fate sparire il ciuccio dai radar del piccolo dall’oggi al domani, bensì fatelo uscire a poco a poco dalla sua quotidianità.
Metodo Montessori
Il concetto dell’allontanamento progressivo del ciucciotto è alla base anche del metodo Montessori, che viene seguito con fiducia da molti genitori. Come propone di togliere il ciuccio il metodo Montessori? Semplice, la prima regola è non cedere all’insistenza del bambino che lo rivuole indietro, coinvolgendo in questa politica anche tutti gli altri individui che durante il corso della giornata lo seguono (zii, nonni, babysitter).
L’ideale è eliminare il ciuccio partendo dal giorno, periodo in cui il bambino è attivo e quindi può essere coinvolto nella scelta di alternative che possano sia distrarlo dal temporaneo pianto, sia sostituire il senso di sicurezza che infonde il succhiotto.
Una volta accettato l’addio diurno al ciuccio, il bambino sarà più incline ad accettare di abbandonarlo anche durante la notte. Potrebbero esserci comunque delle resistenze da parte sua, ma per avere successo è importante non tornare sui propri passi.
Toglierlo presto
Questo approccio si basa sul concetto di “Levarsi un dente“. Tradotto nella situazione del ciuccio, “Prima lo si leva, meglio è“. Senza dubbio l’intervento precoce ha dalla sua il vantaggio di agire prima che il legame tra il bambino e il suo ciuccio si rinforzi eccessivamente. Insomma, se c’è il rischio di sviluppare una specie di dipendenza, meglio correre ai ripari prima che questo avvenga.
Dare al ciuccio un sapore cattivo
Il ciuccio è morbido, dà sicurezza, ma cosa accadrebbe se d’un tratto un giorno avesse un sapore poco piacevole? Qualunque bambino istintivamente lo toglierebbe dalla bocca, magari lamentandosi, ma certo ci penserebbe due volte prima di chiederlo di nuovo a gran voce. Per questo alcuni genitori intingono il ciuccio in qualche alimento che sanno non piacere al loro bambino (per alcuni è il limone, sta a voi scoprire quale sia più efficace nel vostro caso). Dopo un po’ di storie, che potete fronteggiare spiegando che “quando i bimbi sono grandi il ciuccio cambia sapore“, siamo abbastanza sicuri che il bimbo sarà il primo a non chiederlo più.
Scambiarlo
Alcuni genitori hanno raccontato al bimbo della “magica fatina dei ciucci“, che ad un certo punto farà sparire il ciuccio regalando al bimbo qualcosa in cambio, ad esempio un gioco. In questo modo sarà sufficiente regalare al bimbo quello che prima o poi gli avreste regalato lo stesso, conquistando però l’opportunità di eliminare il ciuccio.
Regalarlo
A proposito di regali! Se il bambino è già in grado di comprendere il significato di donare qualcosa, allora potreste far leva sulla sua generosità chiedendogli se vuole regalare il ciuccio ai bimbi appena nati, che non ce l’hanno. Volendo potete anche aggiungere che siccome lui ormai è grande, a lui non serve più.
Cosa non fare
Tra le tecniche riportate dai genitori ce ne sono alcune più “borderline”, che forse possono anche avere successo se nel caso specifico il bambino ha un carattere particolarmente accondiscendente, mentre in generale appaiono troppo drastiche, o persino pericolse. Vediamo quali sono e perché.
Rompere il ciuccio
Questo sistema ricorda quello del cattivo sapore. Il ciuccio ha una bella forma quando è tutto intero, ma se viene rovinato in modo da alterare la percezione che il bambino sente nella sua bocca e con la sua lingua, cosa succederà? L’effetto potrebbe essere uno spontaneo rigetto del ciuccio, ma attenzione, questa pratica è altamente sconsigliata in quanto il ciuccio, una volta danneggiato, potrebbe perdere altri pezzettini che staccandosi, rischiano di finire in bocca al bimbo e possono essere quindi pericolosi.
Levarlo di colpo
“Dall’oggi al domani il ciuccio sparisce e il bimbo se ne farà una ragione“, questo è quanto ripetono alcuni genitori amanti della linea dura. È vero che tenere il punto è fondamentale coi bambini, non solo per abituarli a togliere il succhiotto, ma la verità è che non c’è alcun motivo di creare un trauma – anche se minimo – architettando una separazione improvvisa e definitiva da un oggetto che fa parte della sua quotidianità. Come detto, è preferibile un allontanamento graduale, o quantomeno il bimbo andrebbe preparato all’evento (vedi la storia della fatina).
Per il momento i nostri consigli sono finiti, speriamo che vi tornino utili! 🙂