Sebbene su larga scala perda (non di molto) il confronto col mare nelle preferenze degli italiani, la montagna resta un ambiente ideale in cui trascorrere più tempo possibile, perché legato al concetto di vita sana, in primis perché l’aria è più pulita e poi perché permette un’immersione a stretto contatto con la natura, dal momento che abbondano piante, alberi e specie animali di ogni tipo.
Per questo molti neo-genitori, amanti della montagna, la scelgono come meta delle loro vacanze in famiglia o brevi gite fuori porta, domandandosi però se ci siano delle controindicazioni riguardo a portare in alta quota i loro bambini nati da poco. Questo articolo intende far luce proprio sui rischi connessi a portare i neonati in montagna e sulle buone pratiche da adottare per ridurli il più possibile.
Altitudine e Neonati
Quali sono i rischi?
La causa principale dei problemi che l’alta quota può dare al bambino consiste nella pressione dell’aria, o meglio nella sua variazione. Infatti, più saliamo di quota (e quindi aumentiamo l’altitudine a cui ci troviamo) più la pressione dell’aria diminuisce, così il nostro organismo deve mettere in atto delle contromisure per adattarsi alle nuove condizioni.
Nei neonati però questo meccanismo di autoregolazione non è ancora del tutto sviluppato, perciò fanno più fatica ad adattarsi, col rischio che insorgano disturbi alle orecchie e nervosismo. Del resto si sa che i bambini, specie quelli piccoli, sono più sensibili a tutto (vedi ad esempio la temperatura esterna) e la pressione atmosferica non fa eccezione.
Ecco perché, almeno nei primi due anni di vita, è consigliabile non esagerare con la montagna, sia in relazione al valore assoluto di quota, sia rispetto alla velocità con cui si sale (o si scende). Vediamo meglio come funziona.
Altitudine Massima adatta ai Neonati
Per evitare di far soffrire il piccolo, rovinando la gita o la vacanza sia a lui che a voi, conviene scegliere il luogo di montagna in base a dei riferimenti semplici da ricordare:
- per bambini nel primo anno di vita è meglio non superare i 1200 metri di altitudine
- per bambini tra 1 e 2 anni di vita è meglio non superare i 2500 metri di altitudine
Ovviamente questi valori vanno calcolati in relazione all’altitudine alla quale il bambino vive abitualmente, quindi ad esempio se vivete al mare (quindi zero metri di altitudine) saranno da prendere quasi alla lettera, mentre i genitori che vivono abitualmente coi loro bambini in un paese che si trova a 1000 m.s.l.m. potranno pensare di spingersi al massimo a 2200 metri di altitudine se il bambino ha meno di un anno o al massimo a 3500 metri se ne ha quasi due.
Questi limiti vanno inoltre considerati nel caso di bambini in perfetta salute, mentre se questi soffrono già di problemi all’apparato respiratorio o cardiaco, è meglio andarci molto più cauti e consultare prima il medico specialista.
Meglio salire piano e gradualmente
Come abbiamo visto, il problema principale di portare i neonati in montagna consiste nella loro più lenta capacità di adattamento alla variazione di altitudine (e quindi di pressione dell’aria). Ne consegue che è soprattutto la velocità con cui si sale o si scende di quota a fare la differenza.
Un conto è passare da 0 a 1500 m.s.l.m. in automobile in un paio d’ore salendo per dei tornanti, oppure portare il piccolo su una seggiovia che in pochi minuti copre un dislivello di qualche centinaio di metri, mentre tutt’altra cosa è affrontare una lenta e graduale escursione a piedi, col piccolo ben protetto dal sole o dal freddo, trasportato nel modo più comodo possibile (ad esempio con un apposito zaino porta bimbo) e facendo spesso delle pause per riposarsi e permettergli di adattarsi alla nuova quota.
Osservare i bambini
È insomma opportuno dare al bambino il tempo di abituarsi poco per volta al cambio di altitudine. Ma come capire se stiamo procedendo nel modo giusto? Come sempre, è il bambino a farcelo intendere.
Osservando il suo comportamento, ad esempio se si lamenta o se smania, possiamo capire se qualcosa lo infastidisce e regolarci di conseguenza. In questi casi è consigliato fare una pausa e assicurarsi che il fattore scatenante sia effettivamente l’altitudine, perché potrebbe anche trattarsi di altro (fame, sonno, caldo o freddo, etc).
Altri Consigli
Visto che ci sono altri fattori che potrebbero infastidire il bambino, abbiamo pensato di raccogliere qui i principali consigli da seguire se volete portare il vostro bambino in montagna:
- innanzitutto, soprattutto l’inverno, preferite capi di abbigliamento tecnico per neonati (ad esempio tute da neve, magliette termiche, etc) senza dimenticare di coprire accuratamente tutte le estremità (mani, piedi e testa, incluse le orecchie);
- che sia inverno oppure estate, mettete sempre la crema o la protezione solare per proteggere la loro pelle delicata dal freddo o dal sole;
- sono consigliati gli occhiali da sole per bambini piccoli per riparare gli occhi non solo dai raggi solari ma anche dal vento e possibili insetti o particelle che si trovano in aria;
- scegliete un sistema di trasporto adeguato al tipo di itinerario, ad esempio il già citato zaino porta bimbo, la fascia porta bebè o anche il passeggino leggero sportivo, ammesso che sia compatibile con il percorso;
- se il bambino è già nella fase dello svezzamento e ha i primi dentini, portate qualche snack per soddisfare l’appetito e stimolare la masticazione, che lo aiuterà a superare meglio l’eventuale scoppio di episodi di barotrauma (il classico fastidio alle orecchie);
- restate sempre in zone in cui, in caso di necessità, sia possibile per voi raggiungere (o essere raggiunti) in breve tempo e facilmente dai soccorsi.
Perché fa bene portare i bambini in montagna?
Attenzione però: con questo articolo non vogliamo certo spaventare i neo-genitori, ma al contrario incoraggiarli a non farsi prendere dal panico, scegliendo un approccio più informato, consapevole e sicuro riguardo alle gite in montagna con i loro bambini piccoli, perché sono attività che offrono moltissimi benefici per la salute di tutti, in primis la loro. Vediamo quali sono i vantaggi di portare con sé i bambini (anche piccoli) in montagna:
- Aria buona, soprattutto se vivete in zone fortemente urbanizzate dove l’inquinamento dell’aria è significativo
- Contatto con la natura, che i bambini possono scoprire e iniziare a conoscere
- Attività motoria (soprattutto per bambini dai 4-5 anni in su)
- Sviluppo e fortificazione delle ossa, grazie al tempo trascorso al sole e all’aria aperta, che consente di produrre vitamina D
Insomma, ci sono tanti motivi per cui conviene approfittare dei benefici della montagna anche in presenza di neonati al seguito, pianificando con attenzione gli spostamenti in modo da non mettere a dura prova le loro ancora non sviluppate capacità di adattamento rispetto all’altitudine.